su Anathema – The beginning and the end
“Ci sono cose che non si possono confessare la prima volta che incontri una persona, e sono le stesse che una volta dette non possono essere rimangiate. Non puoi ammettere che quando c’è la luna piena ti piace sussurrare poesie in francese perché adori assaporare il suono rotondo delle parole che si scioglie fra le labbra e poi riempire il silenzio imbarazzante che si viene a creare dopo una tale confessione con una risata acuta ed un “Scherzavo, io in francese so dire al massimo vol-au-vent. E voilà. Ma chiunque conosce l’et voilà.” Poi se sei a cena –o a pranzo, insomma, basta avere un bicchiere da afferrare abbastanza in fretta, e che sia il proprio, possibilmente- finisci il vino senza staccare le labbra, per poi sbatterlo sorridendo, perché si sa che le pause indesiderate si riempiono bevendo. Altrimenti? Se sei quel tipo di persona, come la sottoscritta, che quando è sotto pressione e dovrebbe sfoderare il suo armamento di cultura personale finisce immancabilmente per aumentare le sillabe al secondo, snocciolando argomenti puramente casuali e raramente adeguati, beh, spera di risultare tenera, o di avere un bel paio di tette per distrarre l’interlocutore. Dunque sempre meglio affidarsi a scolarsi il contenuto del bicchiere, che in caso fosse vuoto si può sempre riempire e svuotare, numero dei sorsi a scelta. Anche l’acqua va bene, che poi a parlare di vino passo per snob – d’altronde se avessi nominato la birra avrei dovuto fare a parte un discorso sul boccale, e non sul bicchiere, ed in fondo la mia testa aveva girato la scena in un ristorante, non in una birreria, nonostante io esca più spesso in queste che nei locali eleganti.”